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Castello di Finale Emilia

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Mostra fotografica

Mirabilia. Architetture e luoghi di pianura

Domenica 7 dicembre al Castello si inaugura la mostra fotografica di Giancarlo Pradelli, curata da Matteo Agnoletto, dedicata a tutti i cittadini finalesi.

Immagine corrente

Dopo il successo ottenuto al recente Festival della Filosofia di Modena la mostra fotografica di Giancarlo Pradelli "Mirabilia. Architetture e luoghi di pianura" arriva a Finale nella sala espositiva della Rocca Estense.

La mostra, che verrà inaugurata domenica 7 dicembre alle ore 17 e sarà visitabile fino all'11 gennaio, intende cogliere i frammenti postumi di un territorio, sopravvissuti alle devastazioni della contemporaneità.

I monumenti, la campagna, le opere d'arte superstiti della bassa pianura annunciano il fascino e la gloria di questi luoghi, la riscoperta del rapporto originario tra l'architettura, la terra e il fiume. Le fotografie in bianco e nero di Giancarlo Pradelli si soffermano sul centro estense di Finale Emilia per testimoniare la particolare bellezza della provincia emiliana: ambiti sospesi tra una forte trasformazione subita negli ultimi cinquant'anni che ha cancellato l'identità ancora viva e travolgente delle tracce dell'architettura e della natura. Una tradizione che resiste, capace di mostrarsi come valore e fonte di inesauribile ricchezza ispiratrice.

"Un ringraziamento particolare - scrivono i curatori nella presentazione della mostra - all'Amministrazione comunale di Finale Emilia per la collaborazione prestata in questi mesi difficili dopo il terremoto del 2012.

La mostra

Questa mostra è dedicata a tutti i cittadini finalesi. Mirabilia celebra la gloria del territorio emiliano lacerato dalla dispersione urbana e da una intensa edificazione di tessuti residenziali e industriali che hanno portato i suoi abitanti ad abbandonare la campagna a favore della città, in un processo di lento ed inesorabile degrado del paesaggio rurale.

Un paesaggio devastato da infrastrutture, da opere incongrue, dall'incapacità di rileggere e recuperare il prezioso patrimonio architettonico antico, relazionato in modo mirabile con la natura attraverso la regolamentazione dei corsi d'acqua, il disegno dei campi, la rete idrografica, le arginature del fiume, le case a torre, gli oratori, le abitazioni contadine. Si tratta di fattori ambientali e architettonici unici a rischio continuo di sparizione.

Lo sguardo attento della fotografia recupera ora, per mezzo degli scatti esposti in mostra, i frammenti di una magnificenza perduta e la memoria di un paesaggio sopravvissuto agli stravolgimenti della contemporaneità. I monumenti, la campagna, le opere d'arte superstiti della pianura annunciano il fascino di questi luoghi, la riscoperta del rapporto originario tra l'architettura, la terra e il fiume.

Le fotografie di Giancarlo Pradelli si soffermano sul centro estense di Finale Emilia per cogliere la sua particolare bellezza: ambiti sospesi tra una forte trasformazione subita negli ultimi cinquant'anni che ha cancellato l'identità e le tracce di questo connubio tra architettura e natura.

L'opera di Pradelli è testimone di questa realtà ancora capace di stupire e affascinare. Finale Emilia, Finalis, simultaneamente città fluviale e città di terraferma, aggrappata agli spalti del Panaro, dominata dal Castello delle Rocche disegnato da Bartolino di Novara e da Giovanni da Siena per consacrare il potere estense su queste terre, è un luogo che permette di leggere il tempo trascorso.

Le ventidue immagini raccontano dunque il cammino che il fotografo compie all'interno di una dimensione temporale, in cui il passato resiste nella tradizione e riesce a trasmettere ancora oggi un sapere e una storia carichi di significato.

L'invito è quello di lasciarsi guidare in questo percorso per scoprire come l'uomo, presenza invisibile nelle fotografie di Pradelli, sia invece il soggetto al centro della narrazione, talvolta celato o svelato dalla natura costruita dei campi arati, dei filari alberati, degli argini e dei percorsi sterrati.

Il piano disteso della pianura costituisce il palinsesto in cui l'architettura abbandonata delle case rurali, il sistema dei percorsi e degli attraversamenti fluviali sottolineano questa situazione.

Analogamente il centro storico con i suoi monumenti ed edifici esprime negli spazi privati e pubblici un costante richiamo alla natura, mediante le rappresentazioni figurative di affreschi e sculture.

In ogni fotografia cielo e terra creano una quinta scenografica che fissa al centro della rappresentazione il monumento, inteso come ricordo e memoria della storia, le cui tracce permangono nell'opera d'arte, nel paesaggio costruito della campagna, nella rovina di una preesistenza non più riconoscibile.

L'uso sapiente della tecnica del bianco e nero esalta questo contrasto, in cui al chiarore terso del cielo dell'Emilia si contrappone la marcata orizzontalità del terreno, in un equilibrato gioco di luci e ombre. La scena dunque si imprime con nitidezza sin dal primo sguardo, riscoprendo, nell'ombra ovattata di una stanza del Castello, la stele dell'Aquila estense irradiata di luce, simbolo aulico della magnificenza della Signoria di Ferrara, immagine cardine che racchiude in sé il senso complessivo di questo lavoro".

La mostra è a cura del Laboratorio "Ricerca Emilia", unità di lavoro del Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna impegnata nei territori colpiti dal sisma con la collaborazione di: Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola e PI. CA. Holding.

Giancarlo Pradelli

già insegnante di fotografia presso l'Istituto d'Arte di Modena, ha approfondito la tecnica del bianco e nero negli Stati Uniti; dal 1996 è fotografo professionista. Ha pubblicato per Franco Cosimo Panini Emilia e le altre (1998) e presso Five Continents Editions Eolie (2005), Pierluigi Ghianda (2006), Home (2012). Sue fotografie sono presenti nella Collezione della Galleria Civica di Modena, nel Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma, nella Biblioteca Nazionale di Francia, a Parigi.

 

 

Scheda informativa

Scheda informativa
Quando
domenica 7 dicembre 2014
Orario giorni Festivi/Prefestivi: Ore 17.00 Inaugurazione
Dove
Castello delle Rocche - Finale Emilia
Indirizzo: Piazza Antonio Gramsci, 2A - 41034 Finale Emilia (MO)
Telefono: Ufficio Cultura: 0535.788.307 / 301
Fax: 0535.900.08
Mappa di Google: Mappa di Google
chiude le informazioni relative alle data
Quando
da lunedì 8 dicembre 2014 a domenica 11 gennaio 2015
Orario giorni Festivi/Prefestivi: sabato dalle 15.30 alle 18.30 - domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30.
Dove
Castello delle Rocche - Finale Emilia
Indirizzo: Piazza Antonio Gramsci, 2A - 41034 Finale Emilia (MO)
Telefono: Ufficio Cultura: 0535.788.307 / 301
Fax: 0535.900.08
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Proprietà dell'articolo
data di creazione: giovedì 4 dicembre 2014
data di modifica: giovedì 4 dicembre 2014